di Michele Rizzitelli

L’altro capolavoro è stato quello di presentare un percorso completamente chiuso al traffico in una città, oggettivamente, dalla difficile topografia. Non mi stancherò mai di ripetere che questo è il dono più apprezzato dai maratoneti, non il pacco gara, la medaglia, il pasta party.
Così è stato piacevole essere padroni assoluti della scenografica Piazza Plebiscito, dei colori della Reggia, del rude Castel dell’Ovo, del monumentale Rettifilo (Corso Umberto), del possente Maschio Angioino e del lungomare che infonde gioia e felicità. Novità assoluta è stato correre nella Mostra d’Oltremare, sorta nel 1939 e destinata a mostrare le realizzazioni italiane nelle colonie. I ritmi solenni della musica classica hanno accompagnato i passi ed i pensieri dei maratoneti lungo l’ampio Viale Esedra, ornato da altissime “palma canariensis” con le loro cento braccia dondolate dal vento e da maestosi “pinus pinea” ad ombrello, e scandivano il tempo ai suggestivi giochi d’acqua delle fontane. Intanto la pioggia continuava a picchiare i corpi degli atleti: nessuno, però, se n’è accorto! Nere nubi andavano ad infrangersi contro la mole conica del Vesuvio, mentre Capri assumeva le sembianze di un gigante minaccioso.
A Napoli, bisognerebbe tornarci in altre situazioni meteorologiche per godere “del cielo più puro”(Goethe), “dell’aria fresca e fina”, “del mare liscio e turchino” e “na luna ca pareva ca penzasse”(Di Giacomo).
Sul veloce percorso, in 409 hanno concluso la gara individuale, e ben 101 staffette si sono sfidate. L’onnipresente Monica Carlin ha fatto segnare 2.53.24, Kabbouri Abdelkrm 2.20.04. Marinella Satta ha preso a schiaffi un pallone da pallacanestro per ben 5.03.45 , sotto gli occhi entusiastici di Gianni Interbartolo, il bersagliere. Ottima la qualità-prezzo delle strutture convenzionate; interessanti le visite guidate. Organizzazione attenta ai top e agli amatori, servizi a portata di mano. Buoni i ristori. Noioso passare due volte sullo stesso percorso? No, quando lo scenario è impareggiabile.

Uno dei passaggi dell’inno della Maratona di Napoli, canta: “…Atleti e non atleti di ogni luogo e di ogni età, nessuno escluso, giuro, ci sarà. Corri e non fermare il coraggio che hai. Corri e non cambiare mai, questa ITALIA è vuota senza di te”.
Fanno riflettere questi concetti lanciati da Napoli che, da Capitale del più grande Stato d’Italia, l’unità nazionale ha ridotto a semplice Prefettura: un sacrificio non sempre riconosciuto!
Barletta, 2/2/2011
Michele Rizzitelli
Michele Rizzitelli
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